giovedì 17 dicembre 2009

UMILIATI DAL FRATTOCCHIE, SIAMO UNA GABBIA DI MATTI

(Uno dei possibili obiettivi del mercato di riparazione)

Le abbiamo sentite tutte: manca la punta, la difesa non tiene, uno a centrocampo che viene a prendersi palla. Ma procurarsi uno psicanalista no? Dopo la batosta contro il Real Frattocchie ultimo in classifica, la società sta pensando di tornare sul mercato: sotto osservazione per il ruolo di strizzacervelli ci sono Crepet (ma pare sia più psicolabile di Luca quando vede un fischietto), la neolaureata Valeria che però è ancora sotto effetto di tachicardia per la tesi ed è recentemente entrato in lizza anche Antonio di Casilina 362, ma è rimasto sul 105 col cazzo appizzato addosso alle signore che si accingevano a scendere. Rimangono al momento non esaudite le richieste di Felice, che ha chiesto uno stregone esperto di Voodoo, o più verosimilmente un massaggiatore (niente cinesi perchè sei zitato, la società vigila anche sul rispetto dei valori morali): l'unico che potrebbe aiutarlo è mister Laforgia, casomai avesse preso contatti con qualche sciamano nella selva di Boquete.
La partita di ieri sera è comunque servita per evidenziare ormai il livello di pazzia totale al quale siamo giunti. In ordine di ruolo abbiamo: Felice che ha chiamato l'uomo libero solo dopo la partita, Specchio e Luca che comunque si sono persi di tipo 15 metri l'uomo sul 2-0, il Capitano che ha cominciato a tirare fuori gli artigli sullo 0-7, Beppe che è entrato per 20 secondi in occasione di un calcio d'angolo, Giovanni che sul terzo gol anzichè togliere l'uomo d'addosso a Felice si mette pure lui a disturbare, Toda che ha giocato una partita parallela fatta di silenzi, falli e incazzature con se stesso, il Mister che si dimentica di fare i cambi, Adriano che non ha trovato la sua posizione nemmeno in macchina di Beppe, Bobo che ha preso di mira il portiere (ma nel senso che gli tirava la palla addosso), e Bomber che nei 12 secondi che ha giocato ha chiamato palla pure al campo accanto. Insomma, alla stregua dei fatti si impone una sempre più urgente perizia psichiatrica: cioè siamo l'unica squadra penso di tutta la Via Lattea che pensa di poter vincere senza tirare in porta.
Il primo tempo contro il Frattocchie ne è l'emblema: posseso palla tipo 80% noi, tiri in porta 1, risultato 0-2. Ed è vero che Luchino (fino a quel momento il migliore) si è distratto nelle 2 occasioni decisive, ma è pur vero che per fare 2 gol con 1 tiro dovevamo avere Gesù Cristo (o in alternativa Kenshiro) a fare la moltiplicazioni delle conclusioni. Geniale comunque rimarrà il secondo gol, con il bisonte che giocava avanti a loro che viene lanciato e ha il tempo di stoppare, tirarsi su i calzini, girarsi la maglietta, chiamare la ragazza al cellulare, chiedere in segreteria quand'era la prossima e poi si è reso conto che Luca e Specchio gli avevano recuperato 15 metri: a quel punto ne rimanevano altri 10 e Bomber Bisonte è riuscito comunque ad avere il tempo di darsi una sistematina ai capelli e superare Felice in pallonetto.
Nel secondo tempo tutti si aspettano la reazione e invece cominciano ad arrivare gol del Frattocchie in serie: gli schemi saltano, figuriamoci le nostre teste schizofreniche. Tutti escono di testa, il tracollo è dietro l'angolo e Capitano e Bomber già cominciano a puntare le birre appoggiate in panchina: all'improvviso però Specchio si fa male e sono costretto a tornare in campo. Ma ormai la frittata è fatta e nemmeno gli ultimi sputi di pseudo-orgoglio riescono a tenerci a galla: finisce 7-0 e poi tutti al Forte a festeggiare Valeria, tra pantaloni scomparsi, preservativi usati e balli del tallone con Marta.
Anche stavolta nessun voto per dignità.

(La società durante la ricerca dell'esatta posizione di Adriano)

FELICE: al rientro dopo il lungo stop dovuto a reumatismi e pellegrinaggi, dimostra che la devozione può aiutare: non prende nemmeno un pallone sui gol, in compenso stupisce i presenti con un rinvio di mano a centrocampo che lascia presagire gravi ripercussioni muscolari. Ne esce illeso. MIRACOLATO

SPECCHIO: ancora lontano dagli standard dell'anno scorso. Ha il merito del primo tiro in porta (che la dice lunga sulla determinazione delle punte), ma è colpevole di concorso di colpa sul disastro del secondo gol. Almeno ritorna ai vecchi standard di mentalità, venendo da Bari per giocare. Se l'avesse fatto anche da Boston sarebbe stato eletto vice capitano. PENDOLARE

CAPITANO: parte titolare in virtù della politica della Vecchia Guardia, esce subito ed è lanciato per un secondo tempo alcolico in panchina. L'infortunio di Alessandro lo fa tornare in campo mentre il naufragio è già in atto. Ma sullo 0-7 si ricorda di dover dare l'esempio e comincia un inutile pressing a tutto campo, con tanto di scivolata (la seconda in 2 partite). RITARDATARIO

LUCA: nei primi 15 minuti è uno spettacolo, prende per mano il reparto, anticipa che è una bellezza, imposta e solo per eccessiva umiltà non tira in porta. Poi il black out: sul primo gol è solo parzialmente colpevole, il secondo è invece una perla (anzi una pirla). La tranquillità degli avversari gli nega le solite sterili discussioni. AMNESIA

BEPPE: in un momento di impeto offensivo entra in campo su un calcio d'angolo e riesce subito. Rientra ma viene saltato dai più veloci avversari, sbaglia un paio di interventi e ritorna malinconicamente in panca. Torna nel finale e si piazza centravanti alla Ambrosini. Almeno si avvicina alla più congeniale posizione di esterno sinistro d'attacco. BOA

GIOVANNI: primo cambio dell'incontro, cerca di spingere quando ancora la partita sembra alla portata e limita amnesie e rimesse sbagliate. Nel secondo tempo protagonista di un inedito schieramento a 2 col Capitano, ma è il momento migliore per la difesa. Certo potrebbe spostare l'avversario dalla traiettoria sul terzo gol, ma comincia a parlare più degli altri dopo quasi un anno e mezzo. LOQUACE

TODA: altra partita incolore. Nervoso nel prepartita (causa sciopero dei mezzi), continua ad essere nervoso anche se la metro non serve granchè in campo. Più sbaglia e più persevera nell'errore, e tra l'altro non protesta mai nonostante alcune decisioni arbitrali discutibili. Una sola domanda: perchè? E' troppo importante, deve riprendere la calma quanto prima. BIPOLARE

PLAYER LAFORGIA: comincia fuori, entra per Bomber e cerca di dare equilibrio. Nel primo tempo si segnala per un lancio superbo che Bobo non sfrutta. Tutti si chiedono perchè nel riscaldamento sfoderi bomboloni imparabili e in partita non ci provi. Comincia chiaramente a subire il peso del doppio ruolo. AUTO-CONTENUTO

ADRIANO: dateci un tom tom e vi diremo dove gioca. Provoca un esaurimento alle Giovani Marmotte che armate di bussola cercavano di dare un senso ai suoi movimenti. Si segnala solo per un grande scambio con Bobo a metà ripresa, ma non si toglie il vizio della palla alta e di cercare giocate sulla linea di fondo. Considerato anche l'altro vizio a noi tutti noto direi VIZIOSO

BOBO: secondo me le lenti a contatto erano scadute: wagliò guarda che hanno una scadenza! Stavolta torna nel baratro della non vedenza e dopo aver mancato un paio di controlli di suola, cerca di suonare la carica nella ripresa ma il tutto si risolve in un tiro al bersaglio sul portiere. Giocassimo a cinque si schiaccia o a tiro al piattello sarebbe implacabile. IMPALLINATORE

BOMBER: questa era l'ottava, la partita più attesa della stagione date le promesse reiterate ogni settimana. Parte bene, riesce persino ad arrivare sul fondo un paio di volte ma per un elementare principio atletico se la crossa non può arrivare anche a prenderla a centro area. Esce a metà tempo e viene dimenticato nell'oblio dell'umida panchina. Nella ripresa riesce a non toccare il pallone, anche se gli zero secondi giocati possono essere un'attenuante. DIMENTICATO

MISTER LAFORGIA: incredibile ma vero, dopo esserci sperticati in elogi tra lo scorso campionato e questo, per la prima volta dà l'impressioni di non riuscire più a sostenere il doppio incarico. Nella ripresa dimentica di essere l'allenatore e dà vita a un'inedita autogestione della squadra nei cambi. Ma non finisce qui: perde i pantaloni, rimedia la tuta di Luca e trova resti (spero solo inorganici) dell'attività procreativa dell'oriundo calabro-parmense. Finisce a bere Padrepeppe in via Cei fino alle 5. SMEMORATO

venerdì 4 dicembre 2009

TORCE E LENTI NON BASTANO, PERONI SCONFITTI DI MISURA

(Sergio accende una torcia a bordo campo per la coreografia)

"Vietato fumare nei campi" intima minaccioso il nuovo cartellone luminoso che campeggia davanti alla segreteria del Kibbutz Atletico 2000. A parte che siamo confortati nel notare come i soldi che abbiamo generosamente devoluto siano usati per cause utilissime, il monito fa riferimento fin troppo esplicito alle abitudini degli Istinti Peronili.
Stavolta infatti la curva è tornata a popolarsi, grazie alle presenze di Sergio, Alessia e Vito (onorato avversario in tante indimenticabili sfide col Metallurg). In particolare è il centravanti del Mean Machine, questa settimana squalificato per proteste, ad animare la situazione: il fautore della Tiburtina Biancorossa è stato subito ribattezzato in società Torcida, non tanto perchè balli la samba, quanto per la quantità (e la qualità) delle "torce" accese durante l'incontro. Innervositi dalla coreografia a base di "fumo-geni" (copyright di Fortunato), i delegati avversari sono venuti a chiederne lo spegnimento immediato, ma potevano farlo con più garbo, Cristo! Da scompisciarsi la reazione di Sergio che, con la sbarra in mano e gli occhi alla Adriano, risponde: "Che vuoi zio, mica sto fumando".
Il tutto fa da contorno ad una partita al cardiopalma, con i peroniani in evidente emergenza: assente Adriano, in visita a San Patrignano, assente Bomber alle prese con il solito Morbo di Torpigna (cioè febbre di kebab suino), assente Felice che è stato avvistato sul cammino di Santiago de Compostela. E qui arriviamo alla nota dolente della serata: l'assenza ingiustificata (e per me ingiustificabile visto che è stata riferita alle 19,30) di Madoff Gianpasquale , che verrà ammonito ufficialmente dalla società per comportamento antisportivo: infatti ci lascia in 9, con un solo cambio, a lottare con i nostri polmoni anneriti. Non so cosa abbia detto il presidente, ma per me non esiste avvisare così in ritardo a meno che non siano cause di forza maggiorissima.
Ma andiamo all'incontro: gli avversari di questo turno sono gli Aurora, che possono vantare anche un inno di Eros Ramazzotti (mmm, che culo!).
Mister Laforgia, protagonista di un avvelenato prepartita (causa mestruazioni, emergerà in seguito), ripropone Beppe tra i pali, con Specchio a destra, Luca al centro e Capitano a sinistra. Giovanni infatti scala a centrocampo con Mister, mentre Toda agisce alle spalle della punta di peso Bobo. Peso piuma, ma sarà fondamentale. Infatti l'uomo più miope di Roma Est si è finalmente piegato ai prodigi della scienza e della tecnica: in un attimo di devozione a Santa Angelina, è stato folgorato dal Dio della Veggenza ed è riuscito a mettersi le lenti a contatto senza cavarsi il bulbo. E gli effetti si vedono subito: infatti il numero 20 finalmente si gira dalla parte giusta quando viene chiamato e riesce persino a capire dov'è la palla. Ma soprattutto è lui a pareggiare e addirittura a ribaltare il risultato dopo lo svantaggio giunto su corner: specialmente il secondo gol dell'ormai ex Uomo Talpa è un bijoux, con la palla piazzata di giustezza sul primo palo. E daje di catenaccio poi.
Ma gli aurori non ci stanno e auandano un paio di tiri da fuori che portano il punteggio sul 4-2 a metà partita. Peccato per noi, perchè nonostante le assenze la prestazione è gagliarda, e se Toda giocasse anche al 60-70% delle proprie possibilità avremmo il dominio a centrocampo. Invece l'erudito numero 14, capace di parlare con la stessa competenza di Aristoteles e di Dostoevskij, gioca una partita stranamente anonima, sempre ai margini del gioco.
Nell'intervallo fuori un Capitano decisamente ballerino e dentro Vincenzo, che apporta più solidita e più peso al reparto arretrato. Calcio d'inizio e Bobo e Mister si inventano un doppio scambio che folgora gli avversari, con Bobo che sigla la tripletta e c'è ancora un tempo da giocare.
Ma le fatiche cominciano a farsi sentire e nonostante la generosità le uniche occasioni di rilievo sono una punizione di Bobo che il portiere leva dall'incrocio e un tiro di Toda respinto con la schiena da un avversario. Nemmeno il finale convulso e isterico, durante il quale Capitano e Luca perderanno spesso il lume della ragione, riesce a raddrizzare le sorti di un incontro che era ampiamente alla nostra portata.
Negli spogliatoi c'è birra per tutti, così come al bar, e così come a casa per la cena postpartita. Stanchi, ubriachi, e alcuni ancora sporchi ci possiamo dimenticare come è finita: e mentre Santa Angelina ci porta altre birre (che Giovanni Peroni la benedica), Dabbikko si improvvisa dj della serata, ma finirà per isolarsi in camera di Bobo, sbronzo e incompreso.

(Il Peroni-Lab ha elaborato una proiezione di Bobo fra qualche anno)

BEPPE 6: forse non è del tutto incolpevole sul primo gol, ma si abbatte troppo e comunque sulle altre reti non può nulla. Verrà ringraziato sempre e comunque per lo spirito di adattamento e per la presentazione che manda a tutti in mattinata. POWERPOINT

SPECCHIO 6: nessuno capisce che bisogna lanciarlo in profondità. A che servono altrimenti le sue lunghe, esili e spigolose leve? Buone alcune chiusure e alcuni scambi a centrocampo col Mister ma l'impressione è che la manovra lo blocchi. FRENO A MANO

LUCA 6: nel primo tempo soffre i tagli continui delle punte avversarie, lasciando spesso il centro scoperto e costringendo il Capitano alla diagonale. Nella ripresa cresce, fino a ingaggiare il solito faccia a faccia con l'arbitro: meno male, non lo potevamo vedere così tranquillo. Si becca anche un cartellino giallo al posto mio. PROTESTANTE

CAPITANO 5,5: bene metà primo tempo, disastroso nella seconda metà quando in pratica pattina, scivolando ignobilmente più e più volte e tenta troppi disimpegni azzardati. Meglio nella ripresa, quando torna a destra e comincia a spingere con convinzione, prima di perdere le staffe nel finale. Ma l'equilibrio è sempre precario. ROLLERBLADE

VINCENZO 6,5: il suo ingresso dà sicurezza alla squadra, non si sa bene se per meriti calcistici o come talismano. Ma da allora su quella fascia non si passa più con la frequenza dei primi 25 minuti. Almeno lui non sbaglia i falli laterali e blinda il pallone. Non risente dell'inseguimento alla Canalis. CASSAFORTE

GIOVANNI 6: buonissimo primo tempo, anche se più dedito alla distruzione che alla costruzione. Nella ripresa va anche lui in debito di ossigeno, si vede che non è abituato a ricoprire quel ruolo. Porta stoicamente una 3/4 anche mediamente ghiacciata. DI PAROLA

PLAYER LAFORGIA 6,5: meglio anche lui in avvio di azione che in fase conclusiva, gioca migliaia di palloni: alcuni saggiamente, altri smistati con troppa fretta di prima. Sempre nel vivo della manovra, ispira il terzo gol con astuzia. Segue le indicazioni che si dà da solo e rimane in campo per tutti i 50 minuti. Ormai RITROVATO

TODA 5: riesce a far peggio del Capitano e non era facile. Si mette a trotterellare per il campo senza trovare un filo conduttore al proprio moto, poco perpetuo a essere onesti. Riappare con un tiro al volo che si stampa sulla schiena di un difensore dell'Aurora, non partecipa nemmeno alle proteste di gruppo finali. FANTASMA

BOBO 9: fa reparto da solo, e voglio vedere chi avrebbe scommesso sui suoi 15 kg. Non sbaglia un pallone, quando tira centra sempre la porta e fa 3 gol molto belli. Torna a vedere campo e palla dopo mesi, e i risultati danno ragione a chi lo ha insultato per la cecità. FUORI DAL TUNNEL

MISTER LAFORGIA 6: il voto è una media tra il 7 della partita, anche se a dir la verità non aveva molto da inventarsi visti gli uomini a disposizione (ma io Beppe esterno sinistro d'attacco lo avrei provato), e il 5 perchè non può e non deve essere lui a destabilizzare lo spogliatoio prima di appuntamenti così cruciali. INDISPOSTO

TIFOSERIA 10: complimenti a Vito e Alessia che hanno resistito alle botte d'umidità e ai meno 12 gradi. Ma una menzione speciale va a Sergio, che anima la Torcida e non si ferma nemmeno davanti ai tentativi da sbirro di allontanarlo. NO AL CALCIO A 8 MODERNO